Tangible User Interface

“L’interfaccia utente tangibili (TUI) è un’interfaccia utente in cui una persona interagisce con le informazioni digitali attraverso l’ambiente fisico”.
(fonte Wikipedia)

Il “vecchio” (e lo metto appositamente tra virgolette) concetto di interfaccia utente grafica (GUI), dal quale è nato il concetto di desktop come scrivania virtuale sta lentamente lasciando il passo a questo nuovo concetto, dove gli oggetti dell’interfaccia, la loro disposizione, la forma e il modo di interagire con loro sono ritratti dal normale uso che nella vita reale faremo. Perciò non più filtrate e interpretate da “menti informatiche” che le modellano e le re-interpretano in stile zero-uno. Come lo stesso concetto del tanto amato mouse ormai dato per morto per fino da Microsoft, la stessa che, su quel bel accessorio ci ha costruito un impero. Il mouse ha dato la vita alle interfacce grafiche: cartelle e icone, intuitive e semplici da usare, esistono perché c’è quel piccolo oggetto di plastica che permette di farne uso, lo stile Minority Report sarà il futuro: interfacce tattili sono il futuro verso il quale le aziende si stanno muovendo (Apple iPod Touch, Microsoft Surface docet) Windows 7 per esempio include nativamente le API per il Multi-Touch.

Microsoft Surface – The Possibilities

Uno dei gradi precussori di questo è decisamente Donald Norman, famoso psicologo,  autore nel libro “La caffettiera del masochista” (oltre che di molti altri) dove analizza l’interazione tra l’uomo e gli oggetti di uso comune (come il telefono, gli interruttori della luce o le maniglie delle porte) e fornisce una serie di utili principi da tenere presente nella fase di design di un qualsiasi oggetto.
Vedremo questi concetti:

Fornire un buon modello concettuale: attraverso l’esperienza ogni essere umano si crea dei modelli mentali che lo aiutano a comprendere e ad interagire con l’ambiente circostante. Chi progetta un oggetto deve fornire dei modelli mentali chiari e coerenti, in modo tale che sia facile prevedere gli effetti delle proprie azioni sull’oggetto in questione.
Rendere visibili le cose: osservando un oggetto l’utente deve essere in grado di conoscere lo stato dell’apparecchio e di vedere le azioni che ha la possibilità di compiere. I progettisti nella realizzazione di un oggetto spesso valorizzano principalmente il design, a discapito del principio di visibilità, così che parti fondamentali rimangono “nascoste” per non rovinare l’estetica.

Il principio del mapping: il mapping è un termine che indica la relazione tra due cose, ad esempio tra l’azionamento di un tasto ed i suoi effetti. Pensiamo all’attivazione delle frecce di direzione di un’auto, per la destra occorre spostare la leva verso l’alto (facendo un movimento semicircolare verso destra) e viceversa per la sinistra si sposta la leva verso il basso.

Il principio del feedback: Il feedback è quella informazione di ritorno che ci dice quali risultati abbiamo ottenuto con la nostra azione.  Anche nell’interazione con il computer il feedback è fondamentale, ad esempio quando si selezione una cartella con il click del mouse, la cartella assume un colore differente, che ci fa capire che il sistema ha riconosciuto il nostro comando.

Norman parla anche della proprietà di affordance (detta anche “invito all’uso”) che un oggetto dovrebbe possedere. Si intende la proprietà reale o percepita di un prodotto di suggerire il proprio funzionamento. Quando gli inviti all’uso sono ben impiegati, il prodotto diventa autoesplicativo, di conseguenza all’utente dovrebbe bastare guardare l’oggetto per capire quali operazioni può effettuare. Un classico esempio è quello della maniglia di una porta, che automaticamente invita alla presa della stessa per aprire.

Bene a alla fine queste TUI cosa sono? Abbiamo detto che la scrivania si basa sul concetto di manipolazione diretta, attraverso il mouse/tastiera, che permette di interagire con i dati del computer. Ma per il futuro le informazioni elettroniche siano effettivamente “palpabili” e manipolabili, dando loro una forma fisica, mentre ora ci limitiamo a visualizzarle e ad intervenire sulla loro rappresentazione.

Qualche esempio :

react3D Electric – Tangible User Interface
Tangible User interface

Per questo articolo ho preso spunto da :
Norman e i principi fondamentali di progettazione – A cura di Alessandra Verzellini
Direzione Tangible User Interface – A cura di Alessandra Verzellini

Visione dal “Microsoft WPC 2009″

8 gennaio 2010 Commenti chiusi

L’edizione 2009 dell’evento per i partner di Microsoft ha svelato molte novità: Microsoft ha alzato il sipario su Windows 7 Rtm ma il piatto forte sono state le Office Web Applications, la risposta alle Google Docs e il nuovo programma di canale (Microsoft Partner Network) destinato a fornire ai partner gli strumenti per affrontare Windows 7 e Office 2010. Focus su Azure per i partner e sulla strategia software più servizi. Inoltre l’intera convention si è basata sul tema attuale della crisi mondiale e sulla convinzione di Microsoft che solo investendo in ricerca e tecnologia si possa rilanciare un nuovo business capace di soddisfare le esigenze dei clienti a 360°, per questo l’investimento è stato di 2,8 miliardi di dollari.

Il loro punto focale (nonché il motto) attorno al quale ruota la ricerca è “l’informazione condivisa è il futuro..tutto,sempre,ovunque” non sforzandosi di avere device capaci di comunicare con chiunque ma, piuttosto, una piattaforma in grado di far collaborare dispositivi, software e servizi differenti.

Ecco come il Microsoft vede il mondo nel 2019  (assolutamente da vedere) :
“Microsoft Office Labs 2019 Vision Montage        http://www.youtube.com/watch?v=RvtxupQmRSA”
“Microsoft Office Labs Vision 2019 Montage Banking    http://www.youtube.com/watch?v=b3CvU8OTAmM”

Interpretando questa visione dovremo sforzarci di aprire i nostri software ad altri business non solo per innovare ma per offrire feature che i competitor non hanno riuscendo a distinguerci; cercando di creare una realtà diversa, che non rientrasse nel “quotidiano”, ma che si facesse notare come “Una mucca viola che si fa notare in un mondo tutto marrone”. Un paio di esempi che mi sono venuti in mente (durante le ore insonni passate in aereo) potrebbero essere l’apertura di Semiramis alla tracciatura della spedizione merce interfacciandosi direttamente con i il sistema del spedizioniere che, come i più noti offrono, è online e facilmente fattibile. Mentre per l’area banche (come già sta accadendo) cercare di aprire il sistema BankUp a dispositivi differenti in modo da rendere fruibile dei servizi verticali in modalità multi-channel, cominciando a vincolarsi dalla concetto di “postazione di lavoro”.
Riguardo alla ricerca e innovazione fatta però in modo costruttivo e non “universitario” avrei alcune idee a riguardo che si potrebbero riassumere in “piccole ricerche per gradi business”, ma penso che di questo se ne debba discutere in un altro momento.

Un altro forte messaggio lanciato da Microsoft è la “dichiarazione di guerra” su tutti i fronti di mercato, con un occhio particolare a Google, ritenuta ormai la grande rivale.

Come possiamo vedere dalla slide Microsoft punta ad offrire una soluzione praticamente per ogni brand, cercando cosi di imporsi come fornitore unico di soluzioni, certo stiamo parlando di un colosso ma mi chiedo se riuscirà a reggere il confronto con dei competitor del calibro di Oracle (ora detentrice di Sun), IBM e Google?

Tra le soluzioni tecnologiche emergenti spinte con forza vedo utile (se non quasi necessario) formare e approfondire le soluzioni SharePoint e Azure, un ulteriore consiglio è la visione del filmato della sessione “Keynote West Europe” a tutti i commerciali (anche non Microsoft) perché offre spunti interessanti.

Cos’è Web 2.0

Qualche tempo fa ho letto un interessante articolo che tratta del concetto di “Web 2.0″ non da un punto di vista tecnologico quanto piuttosto di mercato e prospettive future; penso, anzi ne sono sicuro, che lo troverà interessante.  Del resto la tecnologia sta evolvendo verso uno scenario “distribuito” dove, se vogliamo vedere il prossimo grande sistema operativo, ci basta aprire un browser. Ormai le applicazioni web più “impossibili”, come i word-processor di Google, cominciamo ad essere dei temibili concorrenti per le tradizionali applicazioni desktop: probabilmente è solo questione di tempo prima che si comincino a lanciare applicazioni come Photoshop o Excel scrivendo un indirizzo “www…” .
In tutta questa evoluzione la rete offre anche numerose risorse (Wikipedia,forum,Google trends…), che a parer mio si possono sfruttare anche per business.

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Le 10 verità di google

8 gennaio 2010 Commenti chiusi

Google si è affermato negli ultimi anni come uno dei principali punti di riferimento di internet, ci siamo adattati progressivamente alla sua interfaccia, abbiamo adottato i suoi servizi e l’abitudine al suo utilizzo si è trasformata ormai in “Se non lo sai, chiedilo a Google”.  Sotto sono riassunte “Le dieci verità di Google” che raccolgono la loro filosofia aziendale. Alcune di queste sono lontane dal “noi”, dal tradizionale modo di lavorare nelle nostre aziende, ma da altre possiamo prendere spunto come “Non occorre essere alla propria scrivania per aver bisogno di informazioni”,  “Vi sono sempre più informazioni di quante ci si possa immaginare” .

http://www.google.it/corporate/tenthings.html

Un webOS in una nuvola…

Il futuro dell’informatica sarà in mano ai netbook e al cloud computing, quello che (Wikipedia insegna) vede come principali protagoniste un insieme di tecnologie che consentono
l’utilizzo di risorse distribuite (storage, CPU e via discorrendo); la famosa “nuvola”. Il mercato attuale non ha mai subito forti accelerazioni e comunque i successi sono stati pochi e limitati, il campo dei WebOS sembra più adatto al mondo della ricerca e degli “smanettoni” più che per un uso davvero concreto. Sta di fatto che molti progetti sono stati lanciati e molte idee sono al vaglio di società e sviluppatori.

Cloudo semplicemente è il prodotto più recente, ancora in fase beta, si propone come uno dei maggiori WebOS sul panorama mondiale, in grado di favorire cooperazione e condivisione, capace di adattarsi ai più svariati device e browser. Sfrutta le potenzialità di XML e XSLT per l’immagazzinamento e la manipolazione/trasformazione dei dati e ha già attirato a sè le mire di molti developers in giro per la rete.
L’ aspetto grafico di Cloudo e delle diverse applicazioni che mette a disposizione è altamente personalizzabile, i programmi sono installabili tramite il comando Application Manager, sono presenti alcune utility classiche come il calendario, l’agenda, Google maps, un client di posta elettronica (perfettamente funzionate) , c’è anche un “Word” e diversi giochi. Inoltre (cosa degna di nota) ciascun utente può inoltre creare nuove applicazioni mediante un apposito ambiente di sviluppo, anch’esso online, al quale si accede tramite l’icona Dev-tool. Si possono caricare, ma non condividere, i propri file, comprese le immagini e la musica, che vengono visualizzate con appositi programmi, non viene però specificato lo spazio totale a disposizione.

Ormai è un fatto, la tendenza sempre più forte di portare sul web le applicazioni spostandone il loro dominio d’uso, Cloudo è un esempio di come i browser stiano mano a mano conquistando un ruolo di primaria importanza sui computer.
E’ solo un anticipazione della tendenza che si andrà consolidando nel prossimo periodo : il browser web sarà il sistema operativo del futuro.

Per provarlo (e ve lo consiglio) basta collegarvi a http://beta.cloudo.com/ ed effetuare la registrazione!

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